SENTIERO CAI n° 775 - Sentiero del Vù
(trova in mappa)


Manutenzenzione: CAI Marostica
Percorso: Valstagna (m 221) - Col d'Astiago (m 1241)
Dislivello: m 1020
Tempo: ore 3
Difficoltà: E


Il suo nome era Albino, ma per il modo in cui scelse di vivere avrebbe potuto chiamarsi meglio Libero. Nato nel 1884 a Valstagna si trasferì appena possibile in Austria per trovare lavoro. Scoppiata la Guerra, nel 1915, Albino non potè rientrare in Italia ne partecipare alle battaglie. Rientrò ad Asiago a guerra finita e fece il recuperante, lontano dai centri abitati dove scendeva solo per acquistare le poche cose indispensabili. In quelle occasioni dava del “Vu” a tutti, sia per rispetto che per tenere le distanze dalle persone. Alla lunga questa sua insistita forma di cortesia gli valse il soprannome di Vù. Morì ad Asiago nel 1963.

Dalla contrada Londa si sale tra le case e poi per un “vallegone” tra campi terrazzati, oggi in buona parte abbandonati, si segue l’impluvio della valle Mille Covoli. Si prosegue tra imponenti masiere, in alcuni punti alte oltre 4 metri, aggirando lo sperone roccioso del Casteler. Una prima deviazione a sinistra raggiunge una serie di ricoveri sotto roccia. Si prosegue tra terrazzi abbandonati e ricoperti da boscaglia di carpino, nocciolo, qualche esemplare di albero da frutto, fino a raggiungere la Galleria delle Quattro Bocche, postazione d’artiglieria da cui si gode ottima vista su Valstagna e Carpanè. Si prosegue su mulattiera fino ad intercettare l’Alta Via del Tabacco, che si segue verso destra salendo con stretti tornanti il versante sinistro della valle dei Mille Covoli. Si incontrano i primi ruderi di origine bellica: una cisterna per l’acqua ed un ricovero in roccia.
Ora il sentiero sale quello che un tempo era un versante prato-pascolativo interamente sfalciato, punteggiato da quercie e castagni. Lungo il sentiero si susseguono i ricoveri scavati in roccia, fino ad un pozzo-cisterna, e da li poco dopo alla casetta ristrutturata dei Costellai (45 minuti) Si prosegue tra ricoveri, scassi in roccia, ruderi di baraccamenti in pietra a secco e una galleria lunga circa 30 metri che termina in una postazione d’avvistamento. Si prosegue fino al Dosso Pasqualaite dove si abbandona l’Alta Via del Tabacco, che prosegue sulla destra, e si prosegue a sinistra su ampia mulattiera militare. Si passa accanto ad una cisterna d’acqua e altri ruderi sopra e sotto il sentiero. Si aggira l’impluvio della valle dei Mille Covoli. Dopo una seconda cisterna e un ricovero la mulattiera perde il suo andamento dolce e regolare inerpicandosi tra balze rocciose per condurre ad una galleria a forma di Y con postazione e cisterna d’acqua. Si guadagna rapidamente quota e su una cengia che costeggia la parete rocciosa si raggiunge una postazione di mitragliatrice sotto roccia, dotata di scalini e ottima vista panoramica (1:30 ore).
Al successivo displuvio si piega a sinistra costeggiando la trincea della “Linea delle Stelle”; si continua a salire verso le ardite pareti del Monte Ricco, costeggiando una serie di ampi ricoveri su covoli di origine carsica fino a raggiungere la linea spartiacque tra Val d’Ancino e Valle Stolaita a quota 800 metri. Dalla forcella il percorso s’inerpica sul ripido versante oggi ricoperto da una faggeta, fino a quota 900 metri, dove una traccia sulla sinistra conduce ad una breve linea di trincea e alla balconata della Grottona, con superba vista sul settore meridionale del Canale di Brenta, Bassano e la laguna veneta. Il sentiero sale ora zigzagando un ripido pendio, lungo il quale sono visibili sulla sinistra le feritoie in cemento di due postazioni in roccia. Si raggiunge di nuovo l’impluvio tra le valli Stolaita e d’Ancino e lo si segue a destra in salita costeggiando la linea di trincea, fino a raggiungere il complesso di fortificazioni e manufatti della Forcella di Val d’Ancino. Qui una serie di spettacolari gallerie, tra le quali una lunga 60 metri, con postazioni d’osservazione e di mitragliatrice. Si prosegue fino ad intercettare la strada che a sinistra conduce alla casara di Col d’Astiago; la si segue per poi abbandonarla in corrispondenza di una curva belvedere dove si risale a destra il pendio erboso che intercetta una serie di lunghe gallerie e conduce alla sommità del Col d’Astiago con il caratteristico serbatoio. Si può scendere per il sentiero n° 773 delle Pozzette, una volta raggiunta Malga Pozzette.