S01 ANELLO STORICO DELLA GRANDE GUERRA

La linea delle Stelle - La Grande Guerra sul sentiero del Vu


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Manutenzione: Sezione CAI Valstagna
Località di partenza: Londa (Valstagna)
Dislivello totale: 1080 metri
Tempo totale: 8 ore soste escluse
Difficoltà: E

NOTE E SUGGERIMENTI
Anello lungo e faticoso, adatto ad escursionisti allenati. Consigliate calzature da trekking, bastoncini, una buona riserva d’acqua e per la visita alle gallerie torcia elettrica e caschetto protettivo. Si raccomanda la massima cautela all’interno dei manufatti militari in quanto vi è pericolo di cedimenti.


Percorso impegnativo ma suggestivo, molto panoramico dedicato ad Albino Celi detto “El Vu”, perché dava del Voi a tutti, leggendario valstagnese al quale si è ispirato il film “Il recuperante” di Ermanno Olmi ed il libro “Le stagioni di Giacomo” di Mario Rigoni Stern che si snoda all’andata seguendo le tracce lasciate dalla Grande Guerra sui ripidi versanti che ombreggiano il Canale di Brenta. Postazioni, gallerie, trincee, dalle quali gettare uno sguardo sul complesso e articolato mondo di soldati, partigiani, recuperanti, contrabbandieri, coltivatori e moderni esploratori. Al ritorno un tuffo nel passato remoto riporta a valle su di una spettacolare via armentaria medioevale che ha tracciato la storia e i confini del territorio.

CARATTERISTICHE
Dislivello: 1080 m ed altrettanti in discesa Tempo: 9 ore, soste non comprese Difficoltà: E, con brevi tratti ripidi e/o esposti

NOTE E SUGGERIMENTI
Impegnativo ma suggestivo percorso molto panoramico dedicato ad Albino Celi detto “El Vu”, perché dava del Voi a tutti, leggendario valstagnese al quale si è ispirato il film “Il recuperante” di Ermanno Olmi ed il libro “Le stagioni di Giacomo” di Mario Rigoni Stern che si snoda all’andata seguendo le tracce lasciate dalla Grande Guerra sui ripidi versanti che ombreggiano il Canale di Brenta. Postazioni, gallerie, trincee, dalle quali gettare uno sguardo sul complesso e articolato mondo di soldati, partigiani, recuperanti, contrabbandieri, coltivatori e moderni esploratori. Al ritorno un tuffo nel passato remoto riporta a valle su di una spettacolare via armentaria medioevale che ha tracciato la storia e i confini del territorio.

ITINERARIO
Posteggiata l’auto al cimitero di Valstagna in contrada Londa si prosegue in direzione nord per 200 metri. Raggiunta la fontanella si imbocca sulla sinistra il sentiero CAI n° 775, detto del Vu, che ricalca la parte occidentale dello sbarramento di Carpanè e che conduce al Col d'Astiago seguendo la Linea delle Stelle da Londa fino al Dosso Pasqualaite (750 m). Questa linea di sbarramento fu approntata nel 1917 come punto di attacco dalle retrovie e come luogo di stazionamento delle truppe dirette al fronte; essa avrebbe costituito, assieme agli sbarramenti posti più a sud, il baluardo ultimo per frenare un'ulteriore calata degli austroungarici giunti il 15 giugno 1918 a Sasso. Oltrepassate le abitazioni si sale seguendo l’impluvio della Valle dei Mille Covoli, immergendosi nel paesaggio terrazzato. A quota 295 m ci si imbatte su un'imponente postazione d’artiglieria, formata da quattro bocche a fuoco con orientamento 3° N, dalle quali si ha una suggestiva visuale su Valstagna e Carpanè. Si intercetta poco oltre l’Alta Via del Tabacco che su una mulattiera a tornanti porta a Casa Costellai, ottimo punto panoramico sul fondovalle, incontrando lungo tutta la salita ruderi di origine bellica, piccoli ricoveri scavati su roccia e infine un pozzo-cisterna. Degni di nota durante l'intero percorso sono i “punti d'acqua” (cisterne, ricoveri riattati a vasche terminata la guerra) creati per rispondere al problema della scarsità di acque superficiali dovuto alla natura carsica della roccia, sui quali si leggono ancora tracce e storie di militari e contadini. Oltre la casa, è possibile deviare al primo tornante su breve tratto attrezzato con un cordino di supporto, per raggiungere una postazione di tiro panoramica su Valstagna. Ripresa l’AVT si attraversa un paesaggio costellato da segni della guerra: ricoveri, scassi su roccia, residui di baraccamenti in pietra a secco; manufatti spogli da tutti gli elementi (ferro, metalli vari, reperti) tanto appetibili per i recuperanti del dopoguerra. Oltrepassata una lunga galleria (30 m) nei pressi del Dosso Pasqualaite si abbandona l’AVT per proseguire sulla mulattiera militare. Aggirato l’impluvio della valle dei Mille Covoli, e oltrepassati una cisterna e un ricovero il tracciato diviene più faticoso inerpicandosi tra balze rocciose. Si sale verso le ripide pareti del Monte Ricco per raggiungere a quota 800 m la forcella che divide la valle d’Ancino dalla valle Stolaita.
Superato quindi un bosco a faggio si giunge a La Grottona (900 m), splendido poggio panoramico che lascia spaziare la vista nelle giornate più terse fino alla Laguna veneta. Si sale costeggiando la linea di trincea fino a giungere al caposaldo della Forcella della Val d’Ancino (1090 m), dove si trova l’unico esempio di postazione osservatorio del percorso completamente in cemento armato con interessanti incisioni sulla parete d’ingresso e una notevole galleria (60 m). Da qui, si procede oltre fino ad intercettare la strada che conduce alla casara e ai pascoli del Col d’Astiago (1.241 m).
Dalla casara presso l’imponente struttura dell’ acquedotto che convoglia l’acqua dell’Oliero sull’Altipiano, si seguono i prati sul sentiero CAI n° 771 verso sud fino ad incrociare Malga Pozzette, casara eretta nella sua forma attuale nel 1739. Da qui inizia a scendere sempre sul sentiero 771 l’antica Strada Comunale utilizzata in tempi storici per la transumanza e il transito del bestiame. Vecchie contese territoriali tra Angarano ed Oliero vertevano sul controllo dei preziosi pascoli in un'area molto particolare in cui erano presenti pozze d'alpeggio e zone umide adatte ad abbeverare un gran numero di armenti. Fin dal 1494 documenti storici descrivono un’importante via selciata, la cui costruzione può presumibilmente essere fatta risalire all'Alto Medioevo. Una lunghissima e spettacolare scalinata che si sviluppa per la lunghezza di 835 pertiche vicentine ed è paragonabile per complessità architetturale alla più celebre Calà del Sasso. Mentre quest'ultima tuttavia serviva per il trasporto del legname fino a Valstagna, la strada di Oliero è organizzata come via armentaria volta a connettere i verdi pascoli in quota e i numerosi prati rocciosi, oggi coperti dalla vegetazione, che in tempi storici la affiancavano, con il fondovalle. La discesa nella Valle dello Spino attraversa località boscose che nella parte sommitale conservano nomi di alberi come Volta del Tiglier (Tiglio) o Nogarole (Noci) fino ad incrociare l’AVT (419 m) che riporta in quota verso nord al sentiero 775 e a Londa chiudendo l’anello.

PER APPROFONDIRE Varotto M., a cura di, 2006 - Sulle tracce della Grande Guerra tra Valstagna e Col d’Astiago. Comune di Valstagna: 112 pag.