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I MANUFATTI - RACCOLTA DI SCHEDE

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MULATTIERA (torna)
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Disegno mulattiera Nella definizione classica la mulattiera viene così descritta: "Strada con fondo naturale e acciottolato, specie di montagna, che può essere percorsa solo a piedi e con muli o altri animali da soma"

Nella nostra zona, prima dello sviluppo della rete stradale vera e propria, la mulattiera rappresentava la via di collegamento tra i paesi, le campagne ma specialmente la montagna, ed è praticamente sempre "selciata", cioè lastricata con sassi ben piantati nel terreno, e sufficientemente larga, in grado cioè di scambiarsi tra chi sale e chi scende senza ostacolarsi. In alcune mulattiera, adibite al trasporto di materiale con slittoni, per questo scambio venivano create delle piazzole, o addirittura dei doppi percorsi per scambiarsi con chi sale, specialmente nei tratti di pendenza accentuata dove poteva essere problematico o pericoloso fermarsi in discesa Non è una costruzione banale né facile da eseguirsi perché richiede un gran lavoro di preparazione del tracciato portante per garantire una regolare pendenza e abilità nell'incastrare tra loro le pietre che formano il piano calpestabile. Molto spesso il lato a valle era sostenuto da una masiera, o muretto a secco, che poteva essere inferiore al metro, ma in alcuni casi poteva essere di parecchi metri, specialmente nei tornanti o nell'attraversamento di vallette. Dal momento che questi percorsi erano usati anche per trascinare a valle il legname o per far correre le slitte, era fondamentale che le pietre non si scalzassero dal loro sedime sotto l'azione di colpi; se ciò accadeva era necessario intervenire subito per riparare il danno. Per la costruzione s'iniziava da valle e si saliva posando a monte della prima fila di pietre una seconda fila, così che le pietre a monte erano sostenute da quelle a valle. MulattieraOgni metro circa veniva creata un'alzata, possibilmente con pietre più dure con la funzione di contenimento di un'area di selciato, ma non solo: servivano anche come punto di appoggio degli scarponi per frenare in discesa, come canalina per portare l'acqua fuori dalla mulattiera e come punti si scorrimento per i pattini delle slitte. Risulta evidente che lo scalzamento di una pietra del selciato poteva provocare il cedimento di quelle subito a monte e, per effetto domino, poteva collassare un'ampia zona di selciato. Questo danno, purtroppo, è molto evidente sulle mulattiere percorse dalle moto che, se provocano il primo cedimento, poi ne esaltano il degrado smuovendo le pietre a monte con il grip delle ruote.

Anche se siamo portati a collegare le mulattiere alla Prima Guerra Mondiale (1915 – 1918), la loro costruzione, e quindi la tecnica costruttiva che ancora oggi vediamo, risale almeno al 1200. Calà del SassoL'opera più colossale nella nostra zona è la Calà del Sasso, iniziata alla fine del 1300 e ancora oggi ben percorribile, anche se più volte restaurata. Il suo percorso si sviluppa tra Valstagna e l'Altopiano di Asiago, zona quindi di prima linea nel '15 -'18. In quel periodo ne furono costruite molte, alcune sul sedime di percorsi precedenti, altre su tracciati completamente nuovi. E' un patrimonio immenso che ci è stato lasciato in eredità al prezzo di grandi fatiche umane, non solo a ricordo e monito di quel tremendo periodo, ma come patrimonio viario che ancora oggi viene utilizzato per raggiungere zone prima non servite o malamente servite. Mai come durante la Prima Guerra il termine "mulattiera" ha avuto il suo vero significato. Sono state percorse da centinaia, forse migliaia, di muli che hanno fatto la spola per rifornire le nostre truppe, caricati con pesi notevoli di viveri o armamenti. Ma non salivano solo i muli: salivano anche i soldati, carichi "come muli". Ecco dunque che il Genio, nel progettare e costruire mulattiere militari, doveva mantenere una pendenza costante, creando tornanti e tratti di moderata pendenza per "riprendere fiato". L'escursionista navigato riconosce una mulattiera militare da un percorso generico proprio perché con la mulattiera militare si guadagna quota senza fatica, o quasi; anche se il percorso complessivo si allunga, si impiegherà lo stesso tempo perché il passo è costante.

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