TERMINOLOGIA LOCALE


Vedi anche:
STORIA DEL TABACCO
COLTIVAZIONE DEL TABACCO


TERMINOLOGIA relativa al tabacco

  • Carga de tabaco
    Il carico di tabacco trasportato dai terrazzamenti alla casa. Carga poteva, inoltre, indicare il carico di tabacco dei contrabbandieri.

  • Cartine
    Cartine finissime gommate con puro lino e canapa. Sono insuperabili e leggerissime. Fumandone 30 avrete consumato circa un grammo di carta.

  • Fior
    Foglie di tabacco, dette anche foglie di prima, erano le prime tre foglie alte della pianta, quelle più pregiate per qualità e più consistenti per peso. Questo fior è conservato dal 1966 e proviene da Oliero.

  • Gambuij
    Gambo della pianta, ancora inpiantato nel terreno, dopo aver tolto tutte le foglie. Doveva essere estirpato con la piconea e distrutto con tutte le radici. A volte venivano lasciate delle parti di radici per poter avere nuove piantine per il contrabbando. Per la stessa ragione, dai gambuij, prima di essere estirpati, si recuperavano le poche e piccole foglie che nascevano dai rigetti lungo il gambo.

  • TERMINOLOGIA relativa agli attrezzi specifici per il tabacco

  • Bastina
    La bastina, era un piccolo basto, confezionato con foglie secche di granturco (scartossi de sorgo) o paglia, rivestito con sacco di juta o canapo. Veniva posto sulle spalle per appoggiare la sbessoea che serviva per il trasporto del leàme o della terra.

  • Bifa
    La bifa, ricavata da una tavoletta di legno o da una piccola lamiera o altro materiale, generalmente di forma rettangolare (15 x 10 centimetri circa), riportava i numeri riferiti al concessionario di licenza per la coltivazione del tabacco.

  • Caécia o broca
    La caécia (cavicchio), è un semplice pezzo di ramo con un'appendice ricurva, della lunghezza di una trentina di centimetri, che serve per forare il terreno quando vi si vogliono introdurre semi o piantine. A Valstagna era più comunemente usata la broca, un pezzo di legno arrotondato sull'impugnatura e appuntito nell'altra estremità, della lunghezza di 18-20 centimetri e del diametro di 2-2,5 centimetri, generalmente ricavato dal manico della scopa. Era indispensabile per piantare il tabacco, ma si usa ancora comunemente negli orti per mettere a dimora le varie piantine.

  • Cuerta, cuertina o bugaròl
    La cuerta, detta anche bugaròl, di solito veniva confezionata con sacchi di juta, ricucendo i bordi. Su due estremità portava due cordicelle di canapo. Sulla cuerta o bugaròl venivano disposte le foglie di tabacco: era la carga di tabacco.

  • Macina tabacco
    L'attrezzo serviva a sminuzzare il tabacco. Con la foglia ridotta in polvere si otteneva tabacco da naso, che veniva contrabbandato.

  • Massùco (simile a "paga debite")
    Il massùco (mazzuolo) era un attrezzo di legno che serviva a battere la nervatura centrale della foglia, i màneghi o tòtani (appendice basale della foglia) e la rottura delle foglie di tabacco (ogni residuo o scarto di tabacco che avrebbe dovuto essere tassativamente distrutto o consegnato al magazzino tabacchi) per ottenere una più rapida essiccazione. L'operazione avveniva all'aperto e al sole. Si trattava di tabacco da naso destinato al contrabbando. Anche i màneghi, una volta ridotti in povere, venivano poi contrabbandati. Da un chilogrammo di tabacco secco si ottenevano circa 3 etti di tabacco da naso.

  • Paga debite (simile a "massùcco")
    Questo attrezzo, unico nel suo genere, con un manico ed una estremità in ferro arrotondata, era usato a mo' di leva per ridurre in polvere le foglie di tabacco, ma anche i màneghi e le rotture delle foglie di tabacco (ogni residuo o scarto di tabacco che avrebbe dovuto necessariamente essere distrutto o consegnato al magazzino dei tabacchi). Veniva chiamato paga debite in quanto il contrabbando del tabacco da fiuto consentiva guadagni più sostanziosi per pagare i debiti e disporre di qualche gruzzolo di denaro.

  • Mortaio (vedi anche "pia")
    Nel mortaio si riducevano in polvere da fiuto i gambi e gli scarti delle foglie di tabacco. Questo modello, in legno, proviene dalla Romania. In Valbrenta spesso si usava una pietra incavata, chiamata "pia".

  • Pia
    Recipiente di pietra locale (rosso Asiago, biancone, rosa, verdello...) che serviva a pestare il tabacco con il paga debite, pal de fero con l'estremità arrotondata. Il lavoro era di solito ritmicamente condotto in coppia, in nascondigli sicuri.

  • Sbesoea
    Era una specie di cassetta, usata per il trasporto della terra o del letame. In questo caso era rivestita, all'interno, da una lamiera che serviva a trattenere il liquame. Era costituita da un piano in tavole di legno con bordi rialzati su tre lati, mancante sulla parte anteriore per scaricare il contenuto.

  • Sogato con passeta
    Per tendere il sogato (corda) era necessaria la passeta (passante), un piccolo legno di una ventina di centimetri con due fori, avente la forma vaga di una piccola nave (navetta). Attrezzo indispensabile in montagna per tendere qualsiasi corda.

  • Spei
    Servivano a fissare gli ultimi due gruppi di foglie stese sugli smussi.

  • Strisso o cristo
    Era un rastrellone che serviva a tracciare sul terreno i solchi, prima in direzione orizzontale quindi verticale. Sulle intersezioni veniva posta a dimora la piantina di tabacco utilizzando la caecia o broca. L'attrezzo, completamente di legno, era costituito da un'asta che fungeva da manico lungo circa due metri e da una parte terminale larga circa 1 metro e 80 centimetri, con pioli di legno di una ventina di centimetri che segnavano il terreno, distanti 45 centimetri l'uno dall'altro su un lato e 55 centimetri sul lato opposto (la distanza tra piolo e piolo poteva essere su un lato di 55 centimetri e sull'altro di 60 centimetri).

  • Saponèa
    La saponèa, come la piconèa, era un piccone al quale era stata tolta l'estremità a punta. Attrezzo con manico di legno lungo circa un metro e una estremità in ferro di 20 o più centimetri. Serviva a sradicare dal terreno i gambi (gambuji) della pianta di tabacco.

  • Siliéra
    La siliéra (barella) è un attrezzo che veniva adoperato per il trasporto del leàme. La siliéra era fatta come la barella, con quattro manici e un piano base portante al centro.

  • TERMINOLOGIA relativa agli attrezzi da lavoro tradizionali

  • Baìle
    Il baìle o baìl (vanga) era ed è un attrezzo comune, costituito da un manico di legno, lungo 1 metro e mezzo circa, e da un'appendice in ferro, una pala a punta per affondare nel terreno, mediamente di 28-30 centimetri. Serviva 'a trar su i rodai', voltare le zolle in autunno e a rivangare in primavera.

  • Bevaròl
    Il bevaròl (annaffiatoio), generalmente di latta, serviva ad 'abeverar' le vanese o le piantine di tabacco appena messe a dimora.

  • Bigòl
    Il bigòl è un arco dalla curva accentuata di legno robusto, in genere di cornoàro (corniolo) o di noseàro (nocciolo), lungo circa un metro e mezzo, piallato dal lato esterno, e fornito alle due estremità di ganci (reciàre) in ferro a cui si appendono i carichi (secchi colmi d'acqua).

  • Cariolòn da leame
    Era una cariòla dal fondo piatto e ampio, senza sponde, che serviva a portare il leàme dalla stalla ai terrazzamenti. Il cariolòn, come altri attrezzi da trasporto, era costruito dall'uomo di casa.

  • Falsa
    La falsa, falce, è un altro antichissimo attrezzo fondamentale nel lavoro dei campi. Ha la lama ricurva fissata solo con un semplice anello in ferro a un manico che è tutto di legno di nogàra (noce). Sul manico ci sono due impugnature (a volte ce n'è una sola), sempre in legno.

  • Forca
    La forca è costituita da un manico di legno lungo circa 1 metro e mezzo circa e da una appendice, lunga 20-25 centimetri, a tre o quattro denti in ferro.

  • Piconèa
    Era un piccone al quale era stata tolta l'estremità a punta, attrezzo con manico di legno lungo circa un metro e una estremità in ferro di 15-20 centimetri. Serviva a sradicare dal terreno i gambi ('gambuji') della pianta di tabacco.

  • Pompa par verderame
    L'attrezzo serviva e serve a trattare la vite con il verderame.

  • Rastèl
    Il rastèl tradizionale (rastrello) è formato da un lungo esile manico, lungo 1 metro e mezzo, che si inserisce, in fondo, in un traverso in ferro, o in legno, che porta i denti. Serve sia a rompere le zolle che a livellare il terreno.

  • Rullo
    Questo attrezzo serviva a pestare le nervature e rendere lisce le foglie di tabacco, in genere il fior del tabacco destinato al contrabbando. Il tabacco così preparato era anche denominato rodoeà (arrotolato). Il procedimento dello schiacciamento era eseguito con il rullo di pietra dopo aver steso per terra una certa quantità di foglie di tabacco. L'attrezzo serviva anche per stirare le foglie di tabacco.

  • Sapa
    La zappa ha un manico di legno, lungo circa 1 metro e mezzo, e due appendici: la pala di 20 centimetri circa e la punta di 10-12 centimetri. E' molto diffusa anche la marra, la zappa cioè con la sola pala, lunga una ventina di centimetri, che serviva a "dar tèra al tabacco

  • Snisoea, béco
    Il béco, detto anche snisoea, è una comune slitta, non molto grande, ma dalla struttura molto solida, costruito generalmente con legno di faggio ricurvo. E' formata da due branchi, gli scivoli, (talvolta rivestiti nella parte inferiore di consistenti lamine di ferro), dette ràie, sulle quali si incastrano quattro strutture lignee verticali dette colonéte, sulle quali si regge un piano di carico fatte di semplici traversi. Il béco è stato sulle mulattiere e sui sentieri il mezzo di trasporto per eccellenza della zona montana. Questo tipo di slitta era ed è comunemente usato a Campolongo sul Brenta per il trasporto di tabacco o di legna dalla montagna.

  • Versaòr
    Versaòr, o aratro, è retto mediante due manici che finiscono in due impugnature ed è formato dalla pèrtega (bure) che regge il versaoro, un piccolo vomere che rovescia la terra. Veniva tirato da un adulto o da due ragazzi, mentre chi reggeva i due manici esercitava una pressione in modo che la lama incidesse il solco. Con questo aratro (usato in origine a Pove e poi a Campese) si dava terra alle piante di tabacco.

  • Soffietto per zolfo
    Con questo attrezzo si trattava con lo zolfo la pianta del tabacco, come la vite o altre piante.

  • Scalòn
    Scala a tre montanti per picàr i smussi.

  • Vasi di latta
    Questi vasi di latta, di varia dimensione, servivano a nascondere il tabacco all'interno di 'masiere' nei terrazzamenti, in qualche pozzo, nella stella (sotto la greppia delle vacche o sotto il pavimento), in altri ripostigli sicuri della casa o cavità naturali della montagna.

  • Segone e pialla
    Attrezzi usati per fare gli i smussi, traversi in abete sui quale venivano appese le foglie di tabacco.

  • TERMINOLOGIA varia relativa ad oggetti di vita


  • Balànsa
    La balànsa era una stadera formata da un unico piatto, su cui si poneva il tabacco (o altra merce), retto da tre catene. La misura del peso si legge sulla leva, su cui viene fatto scorrere il contrappeso. La balànsa ha in genere due portate che corrispondono a due scale incise sugli spigoli opposti del braccio. Si può utilizzare l'una o l'altra portata capovolgendo il braccio, operazione questa che modifica opportunamente il braccio di leva.

  • Bassacuna
    Serviva a pesare grandi quantità di tabacco o di altre merci.

  • Staliéra
    Una bilancia per misurare i grandi pesi dai cinque chilogrammi al quintale e più. E' una bilancia a stadera che regge il grosso peso mediante due catene terminanti con due uncini. Bilancia e peso vengono alzati da due persone per mezzo di un palo infilato entro un robusto gancio. Sulla sbarra, che ha una doppia scala graduata su due spigoli contrapposti, la equilibratura e la lettura del peso si fanno regolando il marco (il contrappeso).

  • Caìn
    Un recipiente di latta smaltata di larghezza variabile, di solito di 30-35 centimetri di diametro, dalla forma svasata, profondo una decina di centimetri. Serviva a contenere le piantine al momento della messa a dimora.

  • Carèga
    La carèga tradizionale, dalla forma caratteristica, aveva un solido telaio di legni squadrati, lavorati artigianalmente, e un fondo di paglia da carèghe, costituita dalle foglie essiccate di piante palustri (le sale o carici). La carèga veniva talvolta impagliata con gli scartossi (foglie essiccate del granturco).

  • Monega
    Lo strumento usato per scaldare il letto d'inverno era la monega (trabiccolo), un attrezzo dalla caratteristica forma di navicella. E' un traliccio in legno lungo poco più di un metro che serve a tenere alzate le coperte e a contenere la fogàra in modo da impedire che il calore delle bronse surriscaldi o bruci le coperte. I due ripiani che contengono la fogàra sono rivestiti, all'interno, di lamiera.